E’ l’uso più dadaista e il più stravolto ready-made del blog che abbia visto sul web fino ad oggi. Domina Google, in passione e bellezza.
Riverisco e ap/plaudo.
Genialità, liieve.
“Ma mi piace concludere con un aneddoto raccontato da Enzo Siciliano, colui che mi ha insegnato a lavorare in una rivista.
Durante le riunioni di Nuovi Argomenti si teneva sempre un teatrino (ma sui teatrini della rivista c’è un’aneddotica sterminata in cui primeggia Dario Bellezza): Moravia diceva ridendo a Pasolini e Siciliano: «Siete di manica larga!»
Rispondeva Pasolini: «Ci costringono gli altri, gli editori anzitutto, che pubblicano sempre meno poesia, racconti, e sui romanzi lesinano perché vogliono il successo, quello che piace al pubblico senza sapere chi sia il pubblico e cosa veramente gli piaccia».
Lo spirito battagliero di tante riviste è proprio questo e Voi siete qui, il Best off 2007, cerca di raccoglierlo alla ricerca di chi sia e cosa voglia il pubblico. Per questo propone sedici autori appena scoperti con la speranza e l’augurio che essi trovino nei prossimi anni, in altrettanti esordi editoriali, il loro pubblico.”
(Mario Desiati, dalla prefazione a “Voi siete qui”)
Dopo aver saggiato la qualità dell’aria, minimum fax sta per consegnare ai lettori un’ulteriore indicazione sullo stato del nuova panorama letterario italiano: un’antologia di narrativa il cui titolo sembra rispondere a una domanda che spesso ci si può porre quando siamo in qualche libreria o benzinaio o farmacia (o qualsiasi altro posto dove Bersani&C. concederanno la vendita dei libri) e si cerca tra le pile di baricchi&enonsochi qualche autore nuovo, non ancora pressato dalle major eppure già capace di parlare a un pubblico che lo apprezza e lo riconosce.
Tra i sedici “esordienti” di “Voi siete qui” c’è anche la guerrillera Babsi che qui si conosce, s’apprezza e si riconosce da diversi anni.
E fa un piacere della madonna sapere che al pubblico (attivo, spesso impegnato e blogger) che legge Babsi tutti i giorni online, si aggiungeranno anche altre/i che scoprirannno il talento di una scrittura che fa paura: come una lumaca in bilico sulla lama di un rasoio.
Dove sei Kurtz? Sono anche qui.
Per chi c’era e chi non c’era: i video delle interviste di Dolmedia al RomeCamp ultimo scorso; tra i blogger (e non) visti finora: Zoro, Luigi Canali De Rossi e Vittorio Pasteris).
Di faccia in faccia, post after post, i barcamp si stanno moltiplicando in tutt’Italia, in bilico tra organizzazione e happening. Un social network innervato di realtà: mi sembra una buona cosa.
Monia e molti dei miei amici mi dicono spesso che, in tema di gusti televisivi, io non riesco a apprezzare il trash. Io m’arrangio dicendo che in gioventù ero un patitissimo dei poliziotteschi del commissario Nico “Monnezza” Giraldi, ma sembra non basti. Se poi m’azzardo a citare Monty Python, le accuse di radicalchicchismo a quel punto piovono che sembrano pagate (sì, Monty Python non è trash, lo ammetto)
Anche a provare esperimenti antropologici a casa del Manwell, mi sono accorto che io le robe televisive tipo Grandefratello, non ce lo fo proprio a vederle – neanche coll’aiuto dei montepulciani più extradoc.
Poi ieri mi son visto i due videopost di Zoro: è forte, Diego, prima di tutto perché ce la fa a vedere tutta la prima puntata e poi perché è uno dei pochi blogger italiani capaci di mischiare radio, video, scrittura, televisione (falsi sms) e la propria faccia, con lo stesso approccio giraldesco che tanto mi piaceva in juventute.
Che affare mi propone, marescia’ ?
[Update: ‘n’ par d’orette dopo, riflettendoci]
E a riprova ulteriore della genialità der grande Zoro, s’ha da sfoderare il rasoio di Ockham: Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora.
(“si fa inutilmente con molto ciò che si può fare con poco”)
Chivvorcapì capisca.
E sticazzi.
Anzi, me cojoni.
Io vi ringrazio proprio della larghissima partecipazione al Quotablog che prosegue qui sotto, ma visto che passate di qui in parecchi – in molti di più dei miei usuali visitatori – n’approfitto per invitarvi a leggere e a farvi un’idea della vicenda Corriere della Sera/Lia di Haramlik.
Io sto con lei (e non c’entra essere o meno blogger).
Dovrò tirarti in ballo, spiaccicandoti su questo bianco a 72 dpi. Potrei anche troncarti una costola di testo e incollarla qui a fare da citazione per il primo numero d’una rivista online appena nata, ma voglio solo che tu mi faccia da complemento oggetto, lavoro culturale.
Tu cambi, muti e trasmigri, superi i confini nazionali, ti rimetti la benda sull’occhio, festeggi cinquant’anni e – a ragione o no – mi ritorni addosso stamani leggendo di tassisti uzbeki, di una Ribolla polacca, di gestione della merda, di materiale e immaginario: al liceo io Ceserani lo odiavo (e non era colpa sua) mentre Herr Effe mi è stato simpatico da subito; lui fa da timoniere e imbarcatore per Buràn – crocevia ben tradotto di segni e venti che arrivano da tutte le parti.
Seguitelo, bastardi.