Internazionale festival | 2

Non fa sconti a nessuno Loretta Napoleoni: prima fra tutti all’economia.
La situazione per lei rimane grave e il fallimento dell’attuale sistema bancario assicurativo rimane una delle possibilità contro cui potremo andare a sbattere nei prossimi tempi. Strano periodo quello in cui i governi salvano le banche a forza di miliardi di dollari (c’era ancora Bush, non dimentichiamolo) e allo stesso tempo rimangono inerti quando si tratta di riformare in modo efficace e trasparente il sistema economico. La cosa tragica è che i politici non lo fanno perché non sanno quale nuovo modello adottare; i governanti hanno perso ogni tipo di controllo sull’economia e così brancolano, temporeggiano (in Italia portaporteggiano) mentre i peggiori spiriti animali si muovono quasi indisturbati per tutto il pianeta: è l’economia canaglia, forza oscura e nascosta, da sempre presente nella nostra società, che affiora nei momenti di crisi quale è questo profondissimo momento di transizione iniziato dopo la fine della guerra fredda e la scomparsa dei regimi del blocco dell’est; il muro di Berlino cade sulla testa delle donne,1 le prime a subire il processo di privatizzazione sfrenata e di messa in schiavitù che porta con sé l’avvento della globalizzazione.
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  1. “Abbiamo salutato con gioia l’abbattimento del muro di Berlino, peccato sia caduto sulla testa delle donne” (Commento di un’esponente della Duma russa) in: L. Napoleoni “L’economia canaglia”, il Saggiatore, 2008. []

Internazionale festival | 1

Dave Randall, senior editor all’Independent on Sunday, è un giornalista che crede nel citizen journalism. A chi tra il pubblico gli chiede come fare a farsi pagare risponde che non si fa giornalismo cittadino spinti da questo motivo. Se a qualcuno succederà sarà una cosa secondaria perché la principale motivazione del raccontare i fatti senza essere iscritto all’ordine va ricercato nel valore democratico che il gesto ha in sé: usare gli strumenti del giornalismo classico per informarsi a vicenda, cercare di narrare delle storie, trovare e applicare una linea narrativa. “Se ci tieni abbastanza lo puoi fare da ora” ed è uno dei migliori contributi alla libertà di pensiero e di informazione.
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Il duro lavoro della cozza

Com’è come non è sono su Quinta di copertina con una folta chiacchierata con Antonio Webgol Sofi col quale ci si bazzica da così tanti anni online che sarebbe tempo di bersi un paio di birrette assieme. Intanto lo ringrazio da qui.
Una ventina di minuti in cui si parla di blog (rispetta i vecchi animali, sempre), social media e del lavoro che fa la cozza col mare zozzo che si trova a filtrare.
Con tanto di podcast da ‘scoltare o scaricare, in caso vogliate conservare prove a carico della mia disgraziataggine.

E non chiamateci misoneisti.
(misoche?)

25 aprile ora

Ora e sempre resistenza 2009 | Mimmo Manes 2009

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

(Piero Calamandrei)

(Grazie a Mimmo Manes | Canefantasma Studio per il promemoria e l’opera grafica)

Come si sta

Dopo la scossa di stanotte si sta impauriti, anche se stiamo bene e la casa sembra non avere subito danni.
Certo è che la sveglia alle tre e mezzo non ce la scordereremo fino a che si campa: venti secondi nelle mani della terra che tremava e faceva cadere la roba dagli scaffali.
Ancora non si tira il fiato e c’è da aiutare chi a L’Aquila si ritrova senza casa e con perdite ancora più irreparabili.

Grazie a tutti quelli che ci hanno chiamato [update: e scritto] per sapere come stavamo.
Aiutiamoci.

Non si sgombera la luna sotto casa

Primo Moroni | La luna sotto casa “No, non ero un libraio neutrale. Tentavo di comunicare con lo strumento della libreria un sapere «al meglio» e di parte. Quando è uscito il best-seller Papillon noi fuori dalla libreria abbiamo messo un cartello: «Per noi è solo una bravata, qui non si vende Papillon». Invece continuavamo a proporre una serie di percorsi letterari e di romanzi di assoluto valore artisitico anche quando non erano amati dal movimento. Per esempio Celine, giudicato come un autore fascista, o Ezra Pound. Si voleva smontare quella storia di lettura ideologica della letteratura. E ciò produceva contraddizioni e polemiche: ero in battaglia con una parte della mia clientela continuamente”.
(“La libreria Calusca: una conversazione con Primo Moroni | Ida Farè, 1986)

“Cox 18 non è un luogo sociale a direzione politico-ideologica (verticale o orizzontale). È un «luogo sociale» e basta. In quanto tale, non può che essere, nelle sue soggettività, anche espressione dei devastanti processi del potere che producono una umanità dolente e carica di disagio povero. Possiamo forse stimare (desiderare?) altri luoghi sociali con più universi vitali politici e soggettivi; ma noi abbiamo «scelto» di tentare di «vivere», di convivere, con la composizione giovanile più «frantumata» della zona sud della città. D’altronde non è forse vero che una grossa fetta dei centri sociali degli anni Ottanta si è più formata come «aggregazione sul disagio» che sul «progetto politico»?
Questo ha voluto dire convivere con il malessere e frequentemente nutrirsi dei suoi veleni. Forse in Cox 18 abbiamo compiuto/subito una scelta di presunzione: sicuramente non abbiamo mai avuto nessuna illusione di cambiare il mondo con le parole o con l’ideologia. Solo «sporcandosi» con il reale si può comprenderlo e, forse, cominciare a modificarlo”.
(Primo Moroni, 30 giugno 1992)

“Riprendiamoci Cox 18, la Libreria Calusca e l’Archivio Primo Moroni!” | firma la petizione!