Industriale o dolcetto, no pasarán
C’è quello dolcetto: preciso, pulitino e a basso contenuto calorico, con la sua violenza passiva-aggressiva e la sua infantilizzazione. Un fascismo cupcake – quello descritto da Tom Whyman – ripreso e usato dalla maggior parte dei mass media che lo ovattano di flou e lo indorano di battutine.
Ma il belletto non può nascondere il suo legame con pratiche più concrete e rozze: Giovanni Agnelli che conclude un discorso con “viva il duce”, la Thyssen Krupp e la IG Faber sponsor del nazismo, gli armatori greci e Alba Dorata. È questo che viene ricostruito in Fascism Inc: gli autori di Debtocracy e Catastroika, nel loro terzo documentario interamente prodotto dal basso, analizzano e raccontano il rapporto e l’appoggio dei padroni del vapore ai dispotismi novecenteschi e a quelli più contemporanei; dall’Italia di Mussolini alla Grecia dell’occupazione nazista, dalla dittatura dei colonnelli fino ad oggi.
Sia dolcetto o sia industriale, il fascismo economico – come lo chiamava Polany – prospera nella crisi e nelle politiche di austerity che si trovano davanti e non dietro di noi.
Buona Liberazione e occhi aperti.