Come Netflix per la videoteca


Una decina di anni fa era abbastanza probabile che il navigatore medio di Internet avesse sentito parlare di RSS. L’acronimo che sta per Really Simple Syndication, o Rich Site Summary – dipende dalla persona a cui lo chiedi – è un formato, facilmente comprensibile da programmi per computer differenti, che i siti web e i podcast possono usare per distribuire un flusso di contenuti ai lettori e agli ascoltatori. Oggi, nonostante continui a potenziare numerose applicazioni web, l’RSS è diventato, per la maggior parte dellle persone, un’oscura tecnologia.
Così inizia “L’ascesa e la scomparsa degli RSS”, un post di Sinclair Target che ripercorre in maniera dettagliata e genuinamente geek la doppia invenzione, la diffusione e la sua progressiva marginalizzazione.
L’articolo, pubblicato giusto un paio di anni fa sul blog “Two-Bit History” è stato progressivamente arricchito con le interviste a Dan Libby, Eckart Walther e Ramanathan V. Guha, all’epoca sviluppatori per Netscape, autori del primo formato RSS nel 1999.
Per gli appassionati di storia dell’Internet e della tecnologia web, il post di Sinclair Target è una vera miniera d’oro: per esempio, minuziosa e ben supportata da fonti verificabili, è la ricostruzione delle vicende interne alla comunità di sviluppatori che dall’iniziale convergenza sul formato RSS 0.91 portò alla scissione – l’RSS fork – già alla versione 1.0.

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I giardini digitali

Digital gardens | Maggie Appleton

Mi verrebbe da chiamarli orti ipertestuali, ma facendo così complicherei ancora di più la metafora vegetale con cui vengono indicati.

Facciamo un passo indietro: nel primo episodio di “C’era una volta la blogosfera”, Flavio Pintarelli ci ha ricordato i giardini digitali:

[i] cosiddetti “digital garden”, cioè dei siti che sono a metà fra dei blog e dei progetti dove, invece, l’intervento del programmatore, di chi scrive il codice, è un po’ più importante e che di fatto cercano di curare dei contenuti così come si coltivano dei giardini; quindi si creano dei microcosmi tematici.

Flavio Pintarelli | “C’era una volta la blogosfera” | Epiodio 1

Seguendo e approfondendo i link contenuti nell’ottimo articolo di Riccardo Coluccini dedicato a questi spazi virtuali, ho letto e apprezzato questa “A Brief History & Ethos of the Digital Garden” di Maggie Appleton che vale la pena leggere per capire la storia e l’evoluzione del termine e delle sue applicazioni nel Web.

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