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Archivio: Febbraio 03 February Stars e palabras y muerte, di Courtney Love e di una ragazza che mi fa stare benissimo, di cert punk nostrani e di scrittori malciki in esordio sul palcoscenico, degli anarchici e della pace, del dialogo primo tra Strel e Nik, della sintesi di GGG e di Warren Schimdt, delle inquadrature di Muccino e delle mie scarpe "grosse". Scena 130 Int., dettaglio>> Le mie scarpe grosse>>28 febbraio 2003 Antropologicamente io sono un contadino. Niente di meno. C'avrei in potenza la passione e il vento dentro per alleggerirmi in apolide, ho sperato tante volte di vedermi disseminato per le strade d'Europa -l'Europa vecchia, "quella dei parapetti antichi" ma son cementato a questa terra toscana come il cancelletto del pollaio. Ho rivisto da poco (giuro, Leonardo, che l'ho rivisto davvero -e forse per la decima volta...), "Il caso Martello": le Langhe e la loro materna e umida asperità, il cordone primordiale che si crea tra gli abitanti e l'ambiente m'han fatto ripensare al mio rapporto con la terra dove zampetto tutti i giorni. Ora io non son certo Fenoglio -l'uniche cose che c'uniscono son le sigarette e il non aver mai terminato l'università, ma della terraccia mia toscana, che m'assilla e mi culla, vorrei scriverne un po' di più. Con le scarpe grosse (pure se c'ho il 41) e il cervello sgombro dall'odio viscerale che per diversi anni ho provato per le mie contrade, dove mi son sbucciato i ginocchi e ho saltato gli argini, dove ho pisciato nei pelaghi e bevuto il vino nei ciglieri -e dove a un certo punto avrei raso al suolo tutto solo per non vedermi piccola comparsa innocua e imbavagliata, ci proverò. Niente di più. Scena 129 Int., dettaglio>> Contro la nostalgia >>27 febbraio 2003 A M. "Per l'allegria è poco attrezzato il nostro pianeta Mettercela tutto in questo anche se la lotta può risultare impari e di ceffoni se ne pigliano senza bisogno di far la fila. Però arrivare ad esser vecchio per sentirsi una gru abbandonata su un cantiere finito, con la ruggine che rode le fondamenta e i movimenti che squittiscono solo cigolii e disegnano traiettorie meccaniche e lente: no, questo non voglio che faccia per me. Li conosco quei vecchi lì e mi troncano il fiato in petto. E allora: attrezzarsi da subito per conquistare e bruciare due centimetri di gioia al giorno, senza che diventi mai l'unico carburante sgassato e sterile con cui riempire la propria vecchiaia. E mai coltivare l'idea che delle felicità ci accorgiamo solo quando son passate; forse è buona per i reduci incalliti, i nostalgici, i piangitori di presunte e personalissime età dell'oro: tutta gente ferma, inchiodata, col cuore imbullonato nel passato e le gambe assurdamente nel presente - a guardarli meglio assomigliano più a delle giraffe che a degli esseri umani. Scena 128 Int., ppp>> Blob of the blogs: ve lo regalo!!>>25 febbraio 2003 Ce la faccio mica più con questo figliolo qui: Blob of the Blogs, intendo. Dopo nemmeno sei mesi di vita, m'ha preso la mano. Insomma: fin da bimbetto m'ha dato delle belle soddisfazioni ma ora comincia ad avere delle pretese che io reggo mica più. Tra l'altro il mio lavoro nella new economy è sempre precario (va di mesi in mesi) e io non c'ho sempre l'umore giusto per accudirlo come meriterebbe. E allora, a malincuore e con giramento elicoidale dei coglioni: io regalo Blob of the Blogs. A chiunque possa garantirgli una vita dignitosa e allegra, senza che debba svendere il culo alle multinazionali (!) o che muoia di stenti arrancando dietro agli unique vistors che spariscono. Gli interessati, se ce ne sono, possono contattarmi quando vogliono - chiedo solo di poterlo rivedere almeno un paio di giorni alla settimana -e magari sarà così cresciuto e diverso che manco mi riconoscerà più... Che melodrammaticone che sono. Scena 127 Int., cut to... >> Ricordati di me >> 23 febbraio 2003
Girandola di cut per scene veloci con la macchina da presa piazzata
nella posizione più intrigante. Poi direttamente legato a 'sto stile registico (filmico, per abusare di termini intellettuali) c'è il succo: vite altrettanto veloci e sprazzi per pensare un po' a se' sempre triturati nel vortice morbido della media borghesia italiana che d'anime belle e di spiriti sinceri n'ha fatti fuori a migliaia. Oggi sembra l'operazione gli risulti ancor più facile: ché le diciasettenni o son prese dall'etica altrettanto fulminea del "tette e culi" o son immerse in problematiche lontane, magari anche sincere, che se non sai cos'è l'infibulazione e quali sono i cibi multinazionali da boicottare, sei un cretino, i padri lasciano il lavoro con vent'anni di ritardo e le madri scappano nel teatro, senza farsi rivoluzionare la vita. Vita che ti pare non serva ad altro che a chiedere conferme. Perchè il benessere ti svuota e t'indebolisce; certo ti pone al riparo della fame e dell'incazzature materiali, ma come rovescio della medaglia c'ha il fatto che ti scava dall'interno e ti demolisce giorno per giorno. La passione scema progressivamente mentre si colma la misura del già visto: le persone che abbiamo intorno diventan semplici e abitudinarie come i personaggi d'uno spot pubblicitario -che se ne hai voglia basta spenger la tv e te li togli dai coglioni. Salvo capire che non siamo dentro uno spot; e l'inganno mirabile, la rivincita di Muccino sta proprio nell'usare gli stilemi e le tecniche di questi mezzi per mostrarcene, sottilmente, il lato pericoloso. Provocatoriamente: se poi un giorno girasse un film in bianco e nero, con la macchina fissa e gl'attori a recitazione minimalista, - senza risultar palloso!, avremmo scoperto un genio. Ad oggi è un artista che muove delle critiche dall'interno, usando intelligentemente -c'è chi dice furbescamente, i mezzi che il sistema cinema italiano e internazionale gli offre. Solo che il pericolo e la messa in gioco totale hanno anche bisogno d'una loro estetica. Scena 126 Int., piano americano >> Me ves y sufres >> 20 febbraio 2003 In letteratura, se penso ai bimbi che stanno male, mi vengono in mente le privazioni e le stanzucce raccontate da Dostoevskij, le percosse stigmatizzate da Tolstoj, le starvations primo-industriali di Dickens, le denutrizioni gridate da Zola. Edward Bunker poi ce l'ha come chiodo fisso, nella sua produzione letteraria e pure in testa, che un'infanzia o un'adolescenza crudele diventa insopportobile e invedibile. E la società, prima o poi, di 'ste ingiustizia qui ne paga il fio, con conseguenze terribili per tutti. " Vernon God Little" è un libro terribile per questo: scritto da un autore giovanissimo, DBC Pierre, mostra, senza troppi scrupoli, come le privazioni che un tempo partivano da ristrettezze economiche e materiali, adesso si sian fatte più sottili e bastarde. Ma riconoscibilissime: pure quando son sotto l'egida stars&stripes dello stato più potente del mondo: surreale nella sua plastica e cibi grassissimi, diete punti, dirette televisive nelle aule di giustizia. Dov'anche i bimbi son trattati come segmenti di mercato e il Grande Fratello c'ha la la faccia a culo d'entrare nel braccio della morte d'un penitenziario -chè poi mica tutti si chiaman Vernon Piccolo Dio. Merdaskifa: a me l'Amerika, vista così, mi fa mica niente bene. Scena 125 Int., piano americano >> aruotalibera >> 18 febbraio 2003
Mica era "aruotalibera"
il titolo di questo post. E così ti dico, Stefano: "A proposito di Schmidt"
ci dice poco di nuovo, è vero. Poi c'è 'sta vaga analogia proprio coll'incipit di "Morte a credito": "Eccoci qui, ancora soli. C'è un'inerzia, in tutto questo,
una pesantezza, una tristezza... Fra poco sarò vecchio. E la
sarà finita, una buona volta. Gente n'è venuta tanta,
in camera mia. Tutti han detto qualcosa. Mica m'han detto gran che.
Se ne sono andati. Si son fatti vecchi, miserabili e torpidi, ciascuno
in un suo cantuccio di mondo." Sapere che siamo destinati a quei cantucci lì: saperlo in tempo e dormire poco e inventarsi continuamente dei significati, confidando nell'estremismo dei propri sentimenti. Schifando l'aridità e le mezze misure. Come hai ribadito anche tu, ritornando. Scena 124 Int., ppp >> A proposito di Schmidt >> 17 febbraio 2003
Caro Ndugu, Per capire, magari, che quello che cercavo, ce l'avevo seduta accanto. un abbraccio, Ndugu, Scena 123 Int., piano lungo >> Superato >> 16 febbraio 2003 Non credo nella guerra e nella violenza, credo che "fino a che vi sarà un privilegiato che appoggia il privilegio colla forza brutale, stiano pur sicuri gli uomini di guerra, che noi non faremo la pace" (Errico Malatesta). Sarà che sono un uomo (del) passato. Scena 122 Int., piano lungo >> angeli neri >> 15 febbraio 2003
"amo la democrazia.. dio se la
amo. la piu' grottesca farsa mai orchestrata..." "Per le vittime tutte invendicate Per queste parole, Luigi Molinari, anarchico di Mantova, fu condannato
a 23 anni di galera. Scena 121 Int., campo/controcampo>> Inventario d'esistenza>> 13 febbraio 2003 altrimenti detto: "Dialogo primo tra Strel e Nik" Che c'ho da dare io? Crudelmente -all'Artaud Bisogna che ci pensi Così eccomi lì solo, Nik: vai con la prima Scena 120 Int. giorno, dettaglio>> Smistamenti >> 11 febbraio 2003 Lo vivo un po' come una nemesi il fatto che io c'abbia sempre avuto poca capacità di sintesi e che, allo stesso tempo, m'attiri quasi sempre poco chi, nei discorsi come nelle parole scritte, usa dei "riccioloni" alla Shakespeare per dirti che una maglia è rossa... Poi leggo Giuseppe
Granieri. Volevo mica fare il citatore pazzo o trasformare 'sto blog in linklog: era la semplice e sincera dimostrazione d'un assunto in cui credo fermamente: lo smistamento d'attenzione generato dai blog, via link. Io, quando leggo qualcosa che mi piace, son davvero contento -e m'importa
una sega della competizione, se posso dire a qualcun altro: "Guarda,
dacci un'occhiata a 'sta cosa qui chè, secondo me, merita".
Qui G.G.G*. ce lo spiega benissimo. *Giuseppe "Guru" Granieri ;-) Scena 119 Int. notte, primo piano>> Million Dollar Decay>> 9 febbraio 2003
Un abbraccio fraterno e vicinissimo,
hermano Arsenio. Million Dollar
Decay. canzoni _ dK La prima c'era iersera e l'ho persa come un coglione atterrato. Scena 118 Int. notte, steady-cam>> ci son punk e punk >> 8 febbraio 2003
questo lo considero punk. E non è punk Courtney Love che si fa fotografare da Q per dei dollari sonanti e c'ha 'sta faccia da martire, pure delle belle tette, ma di punk c'ha veramente poco, a meno d'applicare il vecchio adagio del "mungi il sistema con tutti i mezzi". Invece: punk è il mio amico Lucianino che, una settimana fa, s'alza tranquillo dalla sedia del pub, s'appoggia per tre-secondi-tre al bancone e poi, senza preavvisi e senza registi patinati a immortalare le strade di Londra arancioni e finto-tristi che sembran riprese da Antonioni, prende e inizia a spogliarsi in una domenica sera toscana tranquilla e all'apparenza provinciale. E per l'esibizionismo punk a Lucianino gli basta l'occhio d'una semplice videocamera digitale che mai imporrà quell'immagini lì ai rotocalchi e ai magazines su cui gli stilisti e i cool-hunter imbastiranno le sfilate del prossimo inverno. Si sfila le mutande e straccia la maglietta, cade in terra e si riveste
tranquillo. Alla faccia del punk patinato e girato con tutti i grandangoli e i ceroni possibili in locations più famose, anche se la protagonista è la vedova Cobain, in cerca di quattrini o d'advertising per il prossimo disco. Lucianino gli ributterebbe volentieri addosso tutte le bevute che, negli anni passati, ha ingurgitato brindando al povero Kurt. E la chiudo col saluto fraterno ai due guerrilleri heroici: quello
alemanno
e disegnatore in dirittura d'arrivo sull'Urbe che dovrà cambiere
il suo anno di fondazione e quello malciko
e scrittore in attesa di salir sul palco stasera a Turin a stordire
e commuovere di parole il pubblico che l'ascolterà. Scena 117 Est. giorno, zoom all'indietro >> don't look back in anger >> 7 febbraio 2003
Guardarsi un po' indietro Una canzone triste ma bellissima. Passato: che ora la riascolto con godimento anche tre volte di seguito e in bagno ci vado solo a fare la pipì. Scena 116 Int. giorno, ppp >> strictly confidential >> 6 febbraio 2003
A volte penso mi piacerebbe scrivere sempre così. Scena 115 Int. giorno, ppp >> tossica_mente >> 5 febbraio 2003
"Permettetevi di farvi presente
che la tecnica d'intossicazione cerebrale della pubblicità, pur
essendo stata inventata dall'americano Albert Davis Lasker nel 1899,
è stata poi sviluppata con grande efficacia da un certo Joseph
Goebbels negli anni trenta, allo scopo di convincere il popolo tedesco
a sterminare gli ebrei. Goebbels fu un eccellente copywriter.[...] Courtney
Love ingoia Vicodin come noccioline. E si fa d'altre robette -direttamente
in vena, però. Che male c'è? Lo so, lo so : fin troppo facile e pseudo-alternativo fare 'sti discorsetti, ma lavoro mica alla Young & Rubicam, io. Scena 114 Int. giorno, piano lungo>> chimica_mente >> 4 febbraio 2003
"Su questa carta geografica ipotalamica,
segnali chimici colorano di tinte diverse ciascuno di questi "dipartimenti"
ben delimitati gli uni rispetto agli altri. Il più delle volte
questi segnali sono peptidi: bere con l'angiotensina II, mangiare con
la colecistochinina, fare l'amore con l'ormone LHRH. Madonna!! Tutto affidato a questo drappello di neuroni bastardissimi
che ci tengon lì a dire: ho fame/non ho fame, ho sete/non ho
sete, scopo/non scopo. Un casino di lavoro come questo e poi tutto nelle mani di 'sti dittatorelli
chimici. Scena 113 Int. giorno, piano lungo>> o palabras o muerte>> 4 febbraio 2003>>
Le parole -quando sono, son gibbose
e piene di curve, insenature, dirupi improvvisi, declivi e falsi piani
e salite da fiatoni: O si fa letteratura o si muore - senza bisogno d'esser pubblicati, come m'ha scritto Ars. Budella fuori e sacro furore, sensibilità violenta, lucida percezione: m'importa una sega se un pezzo del genere non lo troverò mai in libreria. Chiamatela letteratura vandala, chiamatela come cazzo vi pare, prima però leggetela: il post del 29 gennaio su Idontcare! " Sul sentimento di umanità". O si fa letteratura o si muore; non c'è bisogno d'essere agnelli. Scena 112 Est. notte , panoramica dall'alto >> February Stars >> 2 febbraio 2003&
Per Giorgia "Mu", come fosse un abbraccio. s'ha da tener duro Gli estratti in corsivo sono dei Foo Fighters: "February Stars". |
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