Le parabole non esistono

[Scrivo ‘sta cosa qui solo perché il blog di Ivan scalfarotto stanotte sembra che non accetti un mio commento -> mi dà quest’errore qui:
Fatal error: Call to a member function on a non-object in D:\hshome\scalpha\ivanscalfarotto.in..]

E allora copio/incollo qui:

“I blogger infatti sono molto gerarchici.” (Ivan Scalfarotto)

Questa è l’abbaglio più grosso che hai preso, Ivan (mi permetto di darti del tu perché tra i blogger si usa così e quando ci si dà del lei si sa benissimo che si usa questa finta distanza nell’accezione più autoironica che si possa concepire)

Forse l’autore di Pandemia si poteva risparmiare quel post ché una persona può giustificatamante avere altre cose da fare che non stare a installare filtri antispam o mettersi lì e cancellare le offerte di viagra o di cialis una per una; però anche tu metterti a replicare al post con queste parole acide e prendendo come esempio – il peggiore che potessi scegliere – il fatto che Luca Conti abbia messo online il suo cv non c’hai fatto una figura migliore.
Io non credo che i blog e le persone che ci stan dietro siano parabole per il semplice fatto che non c’è nessun punto alto da arrivare a toccare per poi discendere (fossi un matematico saprei anche dirti come si chiama il punto superiore della curva); nei/coi blog c’è solo un interscambio continuo di esperienze che tu e Luca Conti – involontariamente o meno – con questo scambio di post mettete in crisi forse proprio perché tutti e due, con le parole che avete usato, fate riferimento a una classifica o a un modo di tenere un blog che – fortunatamente per tutti – non è mai stato codificato e ingabbiato in regole precise. Io posso apprezzare un blogger al di là del fatto che abbia il proprio forum appestato di spam e indipendentemente dalla posizione in una qualsiasi classifica che algoritmi o persone abbiano deciso di stilare.
Incontratevi di persona e, se non ce la fate, scambiatevi qualche mail: se apprezzate tutti e due il mezzo, questo scambio di vedute sarà stato un modo come un altro per conoscervi meglio.
Poi se proprio non vi state simpatici, non importa: l’importante sarebbe non trarre dai vostri esempi regole generali o codici di tenuta di vario genere. Coi blog se ne fa volentieri a meno.

Firmato: un “vecchio” blogger (erano aaanni che volevo firmarmi così)

(e poi: si vede che sto invecchiando; un intervento da pompiere/pontiere così non me lo sarei mai aspettato da un disgraziato casinista come mi conoscevo)

[update]: quell’Ivan lì dimostra un bel coraggio e fa autocritica; se poi pensate che si trova a Mosca la cosa spicca ancora di più. E detto poi da uno che come nick ha scelto Strelnikov.

Agnizione svedese

Non farti fregare: non c’entra la divina commedia, il Leviatano, la teoria del complotto, il signore delle mosche o il grande fratello.
Non c’entra la smorfia napoletana, il mito del buon selvaggio, l’ossessione del doppio, l’omen atomico, il vodoo, il dubbio cartesiano o Giulio Verne.

Chi sostiene che si sono persi dentro a un IKEA ha tutto il mio appoggio.
E’ in corso la terza serie e forse Palahniuk sa come se n’esce.

Lo stuntman vs. Schopenhauer

“Ma il presente si trasforma continuamente in passato fra le sue mani: l’avvenire è del tutto incerto e sempre breve. È dunque la sua esistenza, anche se esaminata soltanto dal punto di vista formale, un continuo precipitare del presente nel morto passato, un continuo morire. Ma ora guardiamola anche dal punto di vista fisico; è chiaro che, come il nostro camminare non è notoriamente nient’altro che un cadere continuamente trattenuto, cosí la vita del nostro corpo è soltanto un morire continuamente trattenuto, una morte sempre rinviata: nello stesso modo, infine, l’attività del nostro spirito è una noia continuamente allontanata. Ciascun respiro allontana la morte sempre incalzante, con la quale in questo modo noi lottiamo ogni secondo; e cosí di nuovo a maggiori intervalli con ciascun pasto, ciascun sonno, ciascun riscaldamento, e cosí via. Alla fine la morte deve vincere: è ad essa, infatti, che apparteniamo, per il semplice fatto di essere nati; essa gioca soltanto un po’ di tempo con la preda, prima di inghiottirla. Nel frattempo continuiamo la nostra vita con grande interesse e molta cura, fin quando è possibile, come si gonfia il piú a lungo e il piú ampiamente che si può una bolla di sapone, pur con la ferma certezza che scoppierà.”

(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, I, 57)

Bella merda. Ma noi siamo come the stuntman.

[Warning: il flash video è parecchio violento, la prima volta ci mette molto a caricarsi e poi finisce in un minuto e mezzo. Come la vita – direbbe quello stronzetto di Schopenhauer]