I libri pinokkieschi

Filippo mi chiede in un commento al post precedente come fare per recuperare una copia del Pinokkio Vol. 2.
Tra poco esisterà la possibilità per tutti di reperirlo direttamente online; nel frattempo se gli autori mi lasciano (via e-mail) un loro recapito gliene spediamo al più presto una copia omaggio (ci sarà da pagare solo la spesa di spedizione, circa 1 euro e 28 se ancora esiste il piego di libri).

Il mio indirizzo e-mail lo conoscete: fatemi sapere, riscrittrici e riscrittori interessati al volume.
Ci sentiamo per posta tradizionale, come vent’anni fa.

Guido, Pinokkio e io, al ToscanaLab

pinokkio_diretta_web Guido, i’ vorrei che tu e Pinocchio ed io fossimo presi per incantamento
e messi
in una gipsoteca a Firenze di giugno un lunedi ventotto
verso le diciotto.

E così succederà.
All’interno della prima giornata di ToscanaLab, con la possante voce e barba di Guido Catalano si presenta l’uscita di Pinokkio Volume 2 | He risked it all to give first love a second chance. Si leggeranno estratti di brani dalle trentasei riscritture che compongono il libro, stampato e supportato grazie alla collaborazione con il portale Intoscana.it. che compie gli anni proprio quel giorno. Si ascolterà della musica (sempre di quella in creative commons o siae free), si poetizzerà e declamerà col tono e le forza delle nostre voci, si interagirà col pubblico presente e con quello via web.

Sì, perché andiamo anche in diretta web radiofonica sulle onde binarie di radio catrame19: chi non potrà essere a Firenze potrà seguire la presentazione-reading-surfing e potrà ascoltarla via web con un colpo di click.

Il libro sarà distribuito sotto creative commons e senza nessun prezzo imposto: funzionerà un meccanismo di pay as you wish che permetterà anche via web di procurarsi il secondo volume di riscritture pinocchiesche. I proventi delle offerte serviranno per sostenere l’attività del progetto Liberarci dalle spine.

Ci si vede, e ci si sente lunedi sera: dalle 18 Guido, io, Pinocchio e quel filibustiere di Enz, di tra i calchi antichi e le novissime tecnologie.

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Gruppo di radio catrame19 su FriendFeed (creato appositamente per sostituire la vecchia chat che non ci piace più)

Pinokkio Vol. 2 | la copertina

Clicca per ingrandireIn copertina (se ci clicchi sopra la visualizzi più grande) c’è il Pinocchio rosso angarioso, coi nodi a fargli da cicatrici e rughe.

La mano indomita che l’ha disegnato è quella del brother in arms Michele “Mik” Duch, già autore della rivisitazione Texas&latex del primo volume.
Sulla quarta di copertina il gatto e la volpe di fronte agli zecchini da arraffare: la mano di Pinocchio quasi glieli toglie dalla gabbia dell’impaginato. Il tratto e la destrezza sono quelli di Marco il Many Manicardi, sorprendente sia di penna che di tastiera.

Fra pochissimo arrivano tutte le info e i link sulla presentazione-reading-surfing che si fa insieme a Guido lunedi a a Firenze al ToscanaLab.

Meglio che può capitare a tavolino

C’era una volta…
– Segretario di Partito giometra Virgulin! – diranno subito piccoli lettori di Miroslava.
No, ragazzi, è errore: c’era una volta tavolino Läkkio.

Forse suo nome è anche in liste di brilluccicosi cataloghi che da Isvezia arredano case di umido Ovest con consonanti e puntini su vocali che fa difficile pronuncia. Ma miracolo e sua storia succedono in Piccola Berlino Democratica dove Sami Peterlin con suo amico di baretto Loris Bigot trafuganoasportano piccolo oggetto di quattro gambe.

Tavolino Läkkio, molto di utile per appoggia bicchierini alcolici, attira perfino invidia sozialista di altri pibidesi. Mobilio legnuto però presto comporta in modo strano: muove, emette parole, cresce lineamenti umani compreso grande naso sgradevole di variabile misura.

Poi gambe di Läkkio diventano metà ma vizi quadrupleggiano: Sami Peterlin appoggiato a bancone non sa trovare soluzia, suo animo galleggia in alcol, disfattismo sembra in vantaggio su solito finale di muri collisi. Ma in PBD stavolta non va che è così, grazie a immaginose parole e persone che inventa per noi Miroslava. A lei nostro abbraccio piccolo-occidentale, ripieno di affetto.

Così Pinocchio volume due si serra qui, a contributo trentasei.
Ora serve opera formattazia, copertina e stampaggi. A fine giugno tutto pronto. Giuro su Samogon.

Tutto tranne me

C’è i fiori, son di legno, c’è l’erba, è di legno, c’è il mare, è di legno: il mondo, è fatto di legno.

Dove ti giri ti giri, rimane tutto immobile, fisso, immoto, dal cielo alla terra.
Capirlo, ripeterselo per liberarsi dal dubbio che l’immobilità di questa fibra dura alligni da un’altra parte. Scongiurare il pensiero che il legno sia negli occhi di chi guarda.

Grazie, zio Bonino, per la riscrittura burattinesca numero trentacinque. Forse ci vien bene anche una canzone con questa tue parole, forse si trova una musica da intrufolarci in mezzo. E un titolo come e io che mi pensavo che fosse tutto di legno.

Hang Him High

Quando il sole si abbassa, mi giro a guardarlo, basta un colpo di gambe. Allora non riesco a distinguere i confini delle colline, i riflessi dell’erba alta si mescolano, e rimango a lasciarmi abbagliare.

Da qui ora errano i suoi pensieri: partono dalla prospettiva che gli inquadra i piedi dall’alto, al di sopra del terreno e dell’ondeggiare delle stagioni. La rigidità e l’elasticità delle sue fibre, immedesimate nel legno, lo salvano dalla fatica di respirare. L’albero degli zecchini, del vile orto che avrebbe dovuto esentarlo per sempre dalla povertà, gli ha regalato un punto di osservazione nuovo.

Non so da dove nascano queste immagini. La scuola l’avrò vista un giorno solo, e quel che ho visto di mondo mi ha fatto una tale paura che non ricordo niente.

Grazie alle sapienti parole di Mauro capaci di evocare questa soggettiva aerea, un dolly prolungato sui cespugli di rosmarino e il ronzio degli insetti: il burattino dondola impiccato, a due metri dalle angherie degli uomini. Per vedere bene bisogna salire in alto, dove ora nessuno può più fargli del male.

Vinsanto connection

O gente, qui è maiala. Nel senso che ‘un si tira più avanti. Al di là delle bischerate dei giornali e dei tg che te e la fatina vi sparate in vena a pranzo e cena (fa anche rima), è maiala. Nel senso che, scusa la ripetizione, ‘un si va più avanti per davvero.

Le generazioni che ci hanno provato e quelle che si sono ritrovate in un’immobilità di legno. Babbi vissuti negli anni sessanta con le canne, la ribellione che era sinonimo di gioventù, meglio o peggio fate voi. Figli intrappolati in un’eredità di debiti e bastonate a breve termine. Il dialogo a tre tra Pinocchio, Geppetto e Mastrociliegia prova a immaginare una riconciliazione temporanea, innaffiata dal vinsanto, tra chi ha perso prima e chi perde adesso.

Forse non è questione di perdere ancora, c’è solo da perdere meglio, caro fratello Carbonai che ci hai donato la trentatreesima riscrittura del burattino straniato: babbi e figli, toscanizzando Turgenev.