Monia e molti dei miei amici mi dicono spesso che, in tema di gusti televisivi, io non riesco a apprezzare il trash. Io m’arrangio dicendo che in gioventù ero un patitissimo dei poliziotteschi del commissario Nico “Monnezza” Giraldi, ma sembra non basti. Se poi m’azzardo a citare Monty Python, le accuse di radicalchicchismo a quel punto piovono che sembrano pagate (sì, Monty Python non è trash, lo ammetto)
Anche a provare esperimenti antropologici a casa del Manwell, mi sono accorto che io le robe televisive tipo Grandefratello, non ce lo fo proprio a vederle – neanche coll’aiuto dei montepulciani più extradoc.
Poi ieri mi son visto i due videopost di Zoro: è forte, Diego, prima di tutto perché ce la fa a vedere tutta la prima puntata e poi perché è uno dei pochi blogger italiani capaci di mischiare radio, video, scrittura, televisione (falsi sms) e la propria faccia, con lo stesso approccio giraldesco che tanto mi piaceva in juventute.
Che affare mi propone, marescia’ ?
[Update: ‘n’ par d’orette dopo, riflettendoci]
E a riprova ulteriore della genialità der grande Zoro, s’ha da sfoderare il rasoio di Ockham: Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora.
(“si fa inutilmente con molto ciò che si può fare con poco”)
Chivvorcapì capisca.
E sticazzi.
Anzi, me cojoni.