Le cose essenziali

Oggi mentre parlavo al telefono con Gianni, senza che nemmeno me ne rendessi conto, ho ripetuto pari pari la frase finale di questo dialogo tra il fotografo Marco e il suo editore Guy Payrac, due personaggi de “Lo scontro quotidiano – vol. 2” di Manu Larcenet.

(da pagina 31)

Marco: Lei è un fotografo?

Guy Payrac:  No, prima di diventare editore ero giornalista, ma mi piacciono le immagini. Raccontano sia gli uomini che rappresentano sia quelli che le hanno create. Perché in fondo raccontano sempre la parte più segreta di un uomo.

Marco
: Mi piace l’idea di riprodurmi attraverso le immagini. Anzi direi che mi conosco di più grazie alla carta impressa che non nella mia fisicità. Se in parte divento quello che fotografo, allora l’immagine avrà un suo interesse. Se invece non mi cambia, allora non serve a niente, è sprecata. Oggi le immagini rivestono i prodotti di consumo, abbelliscono gli oggetti, rendono attraenti idee discutibili, ma tutto questo bersagliamento non ci fa cambiare, non ci insegna niente.

Guy Payrac: Non durerà. Non potremo fare a meno ancora a lungo delle cose essenziali.

Il mio quartino d’ottimismo arriva tutto da quest’ultima frase.
Dai, dai, dai.

3 comments

  1. Grazie per il quartino d’ottimismo. :-)

  2. Strelnik

    Abbiamo la gola secca da un po’ troppi anni. Alla nostra salute, Lu.

  3. marchino

    Fosse anche solo un bicchiere, da far girare, un sorso ciascuno, a togliere il secco alla gola, che ormai dura da troppo a lungo.

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