Libera fame
“D’un tratto gridò
che non era il destino se il mondo soffriva,
se la luce del sole strappava bestemmie:
era l’uomo, colpevole. Almeno potercene andare
far libera fame, ripondere no
a una vita che adopera amore e pietà,
la famiglia, il pezzetto di terra a legarci le mani”
(C. Pavese, “Fumatori di carta”, 1934)
Sono schieratissimo: sono un amico di Carlo, di Piero e degli Affluente. Sono di parte, e con orgoglio. Quest’estate poi c’ho avuto pure il culo di essere stato invitato a scrivere il testo d’una canzone per il loro nuovo disco. E’ stato così che ho provato a mischiare Cesare Pavese e il punk hardcore: ne è uscita “Libera fame” che poi Carlo ha scelto – addirittura – come titolo del cd in uscita in questi giorni per Soa Records.
Nonostante questo, io ho lo 0.1% di merito: tutto il resto va a loro, alla loro storia, alla sana attitudine di chi riesce ancora – e lo fa da molti anni – a coinvolgere e a far appassionare chi vuole ancora che la musica sia anche impegno, disperazione, follia, mucchi selvaggi, ossa rotte e rutti in faccia alla borghesia, ai poser di turno e a chi non ci crede più.
Piero, Frankie, Giggi, Gabriele e Francesco non li vedrete mai su MTV: il motivo dovreste averlo capito. Sabato prossimo invece saranno al Villaggio Globale di Roma, sul palco prima dei Discharge.
Anche per questo comprate il cd, tirchiacci di merda: costa 10 euro e vi ricorderà della brigantessa.
mario
davvero bella la canzone, complimenti
strelnik
Grazie di cuore, Mario, ma – come sai meglio di me – il merito principale per i testi, da Stige e Dicta Trista in poi, è solo di Carlo Cannella.
Io mi son solo lasciato contagiare dall’ondata punk-hardcore del disco in questione.