Pinocchio e il bastone di legno

I raduni delle vecchie glorie si presentano sempre come una questione morale: esserci significa partecipare alla storia… per, Pinocchio, più che altro, si tratta di un modo come un altro per provare a distrarsi da quell’insostenibile prurito.

Se ti ricordi la festa di laurea di “The Addction”, se pensi che i burattini non soffrano di emorroidi e non siano capaci di maneggiare una berta o amalgamare un intruglio di novalgina, caramello e lasonil (spacciandolo per pakistano rosso ai regiopinocchieschi carabinieri), faresti bene a dare una sana slumata a questo Pinocchio e il bastone di legno.
Nono mash up appena arrivato, marchiato a sangue da Cristiano Parole a mano… Armati.
Prurito e castigo.

KinoParty Channel On Air Now!

Eh, sì, eh sì, ci siamo, ci siamo!
Insieme e per merito degl’accrocchi di Mogulus, parte oggi KinoParty – This is not a test. This is unreal show, sorta di web-televisionaccia, 24 su 24, sulle frequenze binarie di Kinobit.

Musiche, musici, filmetti e filmacci, blogger e bloggherie, punk (erie), prese in diretta e ogni tanto – random live – pure il mi’ visodimmerda o di chi mi s’avvicina alla videocammera.

Buona visione!

Il diario di Pinocchio

Occhi bianchi, pupille nere. Zoomate da un’alta percentuale di coca. Non sapevo che fare e sono venuta al circo, tornando poi a rivedere tutti i tuoi spettacoli. Sotto quell’immenso tendone blu. Fino a che è rimasto e sei rimasto tu.

Non sempre la trasmutazione chiama in causa tessuti lignei e umani: a volte si tratta di riconvertire, ridisegnare e star dietro a un corpo martoriato in famiglia fin dall’inizio.
Ha un nome doppio il Pinocchio di psv: femminile e maschile appiccicati e confusi dal fiato unto di un padre asfissiante e di una madre fuggita dopo un parto scemo.
Forse JT Leroy, forse solo una botta finale nella vena grassa del collo.

Un diario di Pinocchio segnato tra i caratteri mobili di 13 sms e l’ultimo pezzo di roba.

Di che legno sei fatto?

In quell’uomo dall’andatura caracollante, che gli si avvicinava zoppicando, il burattino vide solo e semplicemente un essere diverso da un pesce o da un mollusco, qualcuno con cui poter scambiare quattro parole, un poveretto con il quale condividere la sventura della prigionia e insieme al quale – chissà – provare l’evasione.

Un cicatrice avuta a quarant’anni che segna il corpo in vertcale come un’ordinata orientata verso l’inferno, quel passo in levare: ritrovarselo così davanti, questo nonno di Kurz che è stato sia all’università sia fra i cannibali. Un burattino che altro può fare se non presentarsi?

Merito di Sir Squonk quando s’incrociano i destini del capitano del Pequod con le piccole speranze di Pinocchio: arpioni in pancia e tu: “Di che legno sei fatto?”

Babbino, babbino!

O.
Ironica immortalità
Ch’alza il ghigno.

Son sempre belle le mail di Mike, con gl’accapo stanziati e calcolati come un cappello appoggiato di lato, parole scalate sull’interiezione e tondi nelle mosse;
stavolta in allegato alla mail c’era anche “Babbino, babbino!”, quinta riscrittura del Pinokkio a mollo sul legno che vide anche l’occhio d’Ismaele.

Nelle notti di pece mi fingo timoniere traendomi in salvo in un oceano lacrimato di sale. Ma nulla appaga la voglia d’un lasciapassare alle sirene e nessuna carne sarebbe mai il baratto adatto al quotidiano affogo del sole.

Ripassate dal suo blog nelle prossime settimane agostane: uno scrittore mozzo sarà lì a aspettare il vostro carico.