Senza senza tregua

“Non ha senso quel soffitto: Jarama, Huesca, Madrid non erano Torino. Qui è tutto diverso. Qui non ci sono né fronte, né retrovie da cui possano giungere rinforzi. In Spagna si poteva anche ripiegare, attendere un momento migliore, se l’attacco falliva. Qui, anche se l’azione ha successo, non ci può essere tregua; bisogna predisporre insieme attacco e ritirata, metters in salvo per essere vivi domani, per ricominciare. E continuare così, affinché possano tornare, chissà quando, i giorni di lavoro, i giorni di studio, i giorni delle passeggiate.”
(Giovanni Pesce, “Senza tregua. La guerra dei GAP” )

Ciao, comandante «Visone».

La consegna

Il ritorno è sempre più breve dell’andata: sarà che la limousine nera non conta più al proprio interno un sacco ansimante. Peggio: sarà che la macchina non contiene più il tuo migliore amico, quello che t’ha sempre trattato come un bambino. Non conta nemmeno la villa dei Balocchi che si lascia alle spalle in una notte di scambi alla pari forzati, forse non conta nemmeno il volto sporco d’ecchimosi d’un padre che ha perso il suo fascino bonario e rassicurante.

La sveglia digitale che suona alle quattro del mattino ha qualcosa di sinistro, forse è colpa delle cifre che proietta sulla parete, sembrano ragni mostruosi in attesa di saltarmi addosso. Mi alzo e vado in bagno ma è sempre troppo presto per capirci qualcosa.

Parte con una levataccia “La consegna” che cattive inclinazioni ha in serbo per il nostro burattino: domani ci sarà un peso in più da sopportare mentre – fuori e dentro – proprio non la smette di far freddo.

Pinocchio e il bastone di legno

I raduni delle vecchie glorie si presentano sempre come una questione morale: esserci significa partecipare alla storia… per, Pinocchio, più che altro, si tratta di un modo come un altro per provare a distrarsi da quell’insostenibile prurito.

Se ti ricordi la festa di laurea di “The Addction”, se pensi che i burattini non soffrano di emorroidi e non siano capaci di maneggiare una berta o amalgamare un intruglio di novalgina, caramello e lasonil (spacciandolo per pakistano rosso ai regiopinocchieschi carabinieri), faresti bene a dare una sana slumata a questo Pinocchio e il bastone di legno.
Nono mash up appena arrivato, marchiato a sangue da Cristiano Parole a mano… Armati.
Prurito e castigo.

KinoParty Channel On Air Now!

Eh, sì, eh sì, ci siamo, ci siamo!
Insieme e per merito degl’accrocchi di Mogulus, parte oggi KinoParty – This is not a test. This is unreal show, sorta di web-televisionaccia, 24 su 24, sulle frequenze binarie di Kinobit.

Musiche, musici, filmetti e filmacci, blogger e bloggherie, punk (erie), prese in diretta e ogni tanto – random live – pure il mi’ visodimmerda o di chi mi s’avvicina alla videocammera.

Buona visione!

Il diario di Pinocchio

Occhi bianchi, pupille nere. Zoomate da un’alta percentuale di coca. Non sapevo che fare e sono venuta al circo, tornando poi a rivedere tutti i tuoi spettacoli. Sotto quell’immenso tendone blu. Fino a che è rimasto e sei rimasto tu.

Non sempre la trasmutazione chiama in causa tessuti lignei e umani: a volte si tratta di riconvertire, ridisegnare e star dietro a un corpo martoriato in famiglia fin dall’inizio.
Ha un nome doppio il Pinocchio di psv: femminile e maschile appiccicati e confusi dal fiato unto di un padre asfissiante e di una madre fuggita dopo un parto scemo.
Forse JT Leroy, forse solo una botta finale nella vena grassa del collo.

Un diario di Pinocchio segnato tra i caratteri mobili di 13 sms e l’ultimo pezzo di roba.