Fincipit: 3 per Dosto

Via Zu, s’apprende di questo mirabile esempio di viral-post attivo: l’ha ‘nventato e io che mi pensavo, si chiama Ogni inizio è una fine (o Fincipit) e è quasi impossibile non provare.
Ecco i miei tre cents, Dosto Re-ending:

“Era una notte incantevole, una di quelle notti, come ci possono capitare solo quando siamo giovani, caro elettore. Ma da quando il petrolio è terminato (e Veltroni è in Africa) ognuno se ne sta chiuso in casa, seduto sul televisore”
(F. Dostoevskij “Le notti bianche”)

“Al principio di luglio, con tempo caldissimo, verso sera, un giovane scese dalla sua stanzuccia, che aveva in subaffitto nel vicolo di S., sulla strada e lentamente, come irresoluto, si diresse verso il ponte di K..
Egli non riuscì a scansare l’incontro con la sua padrona per la scala. La donna lo portò in camera sua e, dopo avergli ricordato il forte indebitamento che lo studente aveva nei suoi confronti, si spogliò e lo obbligò a fare altrettanto. Due ore dopo, a letto, decidevano di partire per l’Europa e lasciare San Pietroburgo”
*
(F. Dostoevskij “Delitto e castigo”)

“Sono un uomo malato… Sono un uomo maligno. Non sono un uomo attraente. Credo che mi faccia male il fegato. Un medico mi ha controllato la pressione, mi hanno tenuto all’ospedale sotto osservazione una notte, ma forse già oggi torno a casa”
[update: “E sabato sarò in piazza” ]

(F. Dostoevskij “Memorie del sottosuolo”)

*sì, lo so, c’è un’incongruenza temporale, ma a me piaceva così.

Uccidete il lunedi

Su “Uccidete la democrazia!” ti conviene proprio che leggi questo Report-post della Cri che è stata alla presentazione del dvd di Beppe Cremagnani e Enrico Deaglio. Ti sarà molto utile per capire in che stato versiamo o dove potremmo andare a arenarci.

E’ lunedi: fai che ti viene pure in mente Feyerabend quando dice che “data una norma qualsiasi, per quanto fondamentale o necessaria essa sia per la scienza, ci sono sempre circostanze nelle quali è opportuno non solo ignorare la norma, ma adottare il suo opposto”.

Sarà che il nostro sistema economico-politico sembra privelegiare altri metodi e non si accorge della distanza enorme che separa le sue leggi dai bisogni reali della comunità che lo vota (sempre più in bianco).
In molte occasioni diamo l’impressione di una democrazia davvero logora: come quando si cerca di nascondere sotto il ghigno un pensiero ancora più stupido e dannoso che affonda le sue radici nella ridicola ammissione del “è una cultura diversa, si ammazzano fra loro a proprio modo”.
In quel “loro” siamo compresi tutti, senza bisogno di confini nazionali.

[Sì, è un post para-filosofico per uccidere anche il lunedi]

L’ultima supercazzola

Prete: Dimmi, figliolo.
Perozzi: Sbiliguda venial… Con la supercazzola prematurata.
Prete: Come, figliolo?
Perozzi: Confesso, come foss’antani, con lo scappellamento… A destra e… Costantinato ammaniti.
Prete: Quante volte, figliolo?
Perozzi: Fifty-fifty per la fine… Come fosse mea culpa… Alla supercazz…
Prete: Ed io ti assolvo, dai tuoi peccati.

(Il Perozzi, al prete prima di morire in “Amici miei”)

Ecco dov’era finito

Does Big Brother exist?
O’Brian 13/11/84 01:17
Of course he exists. The Party exists. Big Brother is the embodiment of the Party
Smith 13/11/84 01:17
Does he exist in the same way as I exist?
O’Brian 13/11/84 01:17
You do not exist
Smith 13/11/84 01:17
I think I exist
13/11/84 01:18
I am conscious of my own identity. I was born and I shall die. I have arms and legs
13/11/84 01:18
I occupy a particular point in space. No other solid object can occupy the same point simultaneously
13/11/84 01:18
In that sense, does Big Brother exist?
O’Brian 13/11/84 01:18
It is of no importance. He exists
Smith 13/11/84 01:18
Will Big Brother ever die?
O’Brian 13/11/84 01:19
Of course not. How could he die? Next question

Questo dialogo esiste: cercatelo all’interno di un’applicazione usata da milioni di persone tutti i giorni. Anch’io la uso sempre, ma non ci avevo mai fatto caso.

Ma voi non sarà mica che lo sapevate già? Vorrebbe dire che ero rimasto solo io a credere che tutto questo esistesse? Oh, ma che m’avete preso per “Hurley” di Lost?

Lo stuntman vs. Schopenhauer

“Ma il presente si trasforma continuamente in passato fra le sue mani: l’avvenire è del tutto incerto e sempre breve. È dunque la sua esistenza, anche se esaminata soltanto dal punto di vista formale, un continuo precipitare del presente nel morto passato, un continuo morire. Ma ora guardiamola anche dal punto di vista fisico; è chiaro che, come il nostro camminare non è notoriamente nient’altro che un cadere continuamente trattenuto, cosí la vita del nostro corpo è soltanto un morire continuamente trattenuto, una morte sempre rinviata: nello stesso modo, infine, l’attività del nostro spirito è una noia continuamente allontanata. Ciascun respiro allontana la morte sempre incalzante, con la quale in questo modo noi lottiamo ogni secondo; e cosí di nuovo a maggiori intervalli con ciascun pasto, ciascun sonno, ciascun riscaldamento, e cosí via. Alla fine la morte deve vincere: è ad essa, infatti, che apparteniamo, per il semplice fatto di essere nati; essa gioca soltanto un po’ di tempo con la preda, prima di inghiottirla. Nel frattempo continuiamo la nostra vita con grande interesse e molta cura, fin quando è possibile, come si gonfia il piú a lungo e il piú ampiamente che si può una bolla di sapone, pur con la ferma certezza che scoppierà.”

(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, I, 57)

Bella merda. Ma noi siamo come the stuntman.

[Warning: il flash video è parecchio violento, la prima volta ci mette molto a caricarsi e poi finisce in un minuto e mezzo. Come la vita – direbbe quello stronzetto di Schopenhauer]