Parlare da soli, vaste programme
Valga come piccola anticipazione del prossimo episodio del podcast: stamattina ho registrato una mezz’ora di conversazione col Sir Squonk su argomenti, vicende e libri che scoprirete presto.
A parte la soddisfazione personale di aver rivisto e parlato – sia pur su Skype – con una persona amica dai tempi in cui manco esistevano i permalink, il Sir ha colto l’occasione per un post puntuale e sincero di riflessione sullo strumento blog, la memoria e il parlare da soli.
Da leggere e linkare subito, aspettando di sentirne voce e intonazione – qui sotto solo un assaggio.
“I blog e le loro propaggini per tanti di noi sono stati quello, in sostanza: uno spazio e una palestra di conversazione; una palestra, sì, perché a parlare con gli altri, anche nella maniera sbilenca e asincrona di un post con i suoi commenti, ci si allena. O si dovrebbe farlo, almeno. E quel che ho pensato dopo è che le cose cambiano: che oggi gli spazi di conversazione sono infiniti, siamo immersi in un’unica infinita chiacchiera fatta di mille chat su Telegram e duemila su Whatsapp e tutti i social possibili e immaginabili, ma quel che spesso ci manca è lo spazio dove parlare con noi stessi.”
Sir Squonk, “Parlare da soli”