Punk agricoli #1
Parlo, straparlo, scribacchio e accenno ai punk agricoli da circa tre o quattr’anni: alla fine son sempre a provare in ralenti a capirne meglio i trascorsi (che poi sono anche i miei).
Poi, oggi, sull’ultimo numero di Bam! – fanza di rock’n roll music che mi garba parecchio – trovo “Out of step down the old plank road”, scritto incolumnato e notevole di Peter Parkinson che parla di HC (nel senso di punk hardcore) e country.
L’ho letto tutto e ho capito molte cose, sui punk agricoli e anche sulla storia ‘mereggana.
(qualche estratto ve lo trascrivo qui – se volete il resto accattetevi Bam!, spilorci assassini)
[…] C’è qualcosa di profondamente sbagliato in un mondo dove deve succedere questo, dove non è più possibile dire NO se non a costo di diventare mendicanti. L’HC è solo una luce che lampeggia a segnalare questo errore; certo è roba per adolescenti poco evoluti, ma è ancora per me, musica morale, quella che possono creare appunto dei bambini senza esperienza che però si rendono istintivamente conto (anzi sentono sulla propria pelle) che non ci sono punti di riferimento, che ideali sogni, futuro sono parole che sono state svuotate di qualunque significato e riempite con merda luccicante (per gli intellettuali e i radical-chic che hanno già superato e abbandonato questo problema come se fosse una verruca da bruciare ci sono Merzbow, Thirlwell e la Lunch). La radice del country, per me, è una figura in note di cosa sarebbe potuto essere se l’uomo avesse percorso un’altra via, una illusione ideale forse, ma anche un suono pieno di un passato su cui contare e di una terra su cui vivere. l’HC è invece l’urlo di “ricambi umani” che chiedono perché non c’è più passato e non c’è più terra.
[…]L’HC è una risata grassa e carica di sacrosanto odio alla vacuità di una fede nel progresso che ha ridotto il mondo com’è ora mentre il country era l’epressione di chi non aveva una visione di questo tipo, di chi ha percorso una via differente quando ancora poteva. Una impalpabile impronta di un mondo che poteva essere differente (e avere davvero un futuro) e invece è morto in duecento anni.
[…]L’HC è uno specchio (neanche tanto deformante) che riproduce, mettendola a nudo, l’immagine di ciò per cui la maggioranza degli esseri umani si è ammazzata negli ultimi 250 anni: 1,4 secondi ai 1000 all’ora per morire affogati nei nostri rifiuti. Campare 100 anni di cui 50 o 60 da vecchio rincoglionito che si cura gi acciacchi davanti all TV. Cosa c’è di musicale, di divertente, di sociale in questa bella fotografia? Niente. Esattamente come nel mondo che i vostri papy col portafoglio a fisarmonica vi hanno lasciato e che voi lascerete ai vostri pargoli. Divertente, no?