Risposte d’un lettore senza giornali
“Perchè non dimostrare a chi vuole dei giornali che non la contano giusta che vi sono persone là fuori che vogliono invece del giornalismo vero?”
(Massimo Moruzzi, dot-coma)
Perché [i giornalisti] hanno una paura fottuta di ritrovarsi in un paio d’anni in cassa integrazione a rotazione come quelli de “il manifesto” che pigliano tutti 1300 euro al mese (direttore responsabile incluso)?
Perché fin quando l’inserzionista sarà il principale (troppe volte l’unico) datore di lavoro dei giornalisti mancherà il coraggio o la forza per sperimentare modelli economici diversi?
Gli sghei da pubblicità (in media il 70%) sono una voce difficilmente eliminabile all’interno d’un business-plan.
L’unica certezza è che mi son lasciato influenzare molto da Chomsky. Irrimediabilmente.
Massimo Moruzzi
ehi, quanto tempo! :-)
sì, buone risposte. e di sicuro c’è di peggio che leggere Chomsky :-)
strelnik
Eh, sì, Massimo, s’armeggiava con ‘sti bloggacci quasi cinque anni fa..!
Dopo aver letto il tuo post sono andato a copiare queste parole da “We media”:
“There are three ways to look at how society is informed.
The first is that people are gullible and will read, listen to, or watch just about anything.
The second is that most people require an informed intermediary to tell them what is good, important or meaningful. The third is that people are pretty smart; given the means, they can sort things out for themselves, find their own version of the truth”
Ecco, sarei davvero contento se la tua domanda/proposta s’avverasse!!
livefast
people are gullible. magari non è simpatico a dirsi, ma è vero. il punto è volere o non volere che smettano di esserlo. chi detiene il potere, mediamente, non può volerlo, giacché è sulla sua supposta minor gullibility che si regge il suo potere di lui medesimo. dovrebbe farlo per altruismo, cioè dovrebbe essere buono, il che non è possibile, stante il metodo di selezione dei potenti. insomma, rivoluzione. tutto il resto sono chiacchiere.
strelnik
E’ sul “come” cambiare metodo di selezione che arrivano i casini.
Io sono ottimista: confido in Darwin e aspetto trasformazioni climatiche-ambientali tali da farci rifugiare sottoterra a pensare, ‘gnudi e crudi, a che cosa avevamo toppato. Ché andava tutto così bene.