Nik: ma guarda te chi ritorna da queste parti.
Strel: e tu cosa ci fai qui sul blog?
Nik: ci sto un po’ attento. Non ti si vede da mesi.
Strel: attento non mi sembra tu ci sia stato troppo, ho dovuto aggiornare wordpress e un bel po’ di plugin. Potevi farlo te.
Nik: sì, ora stai a vedere che ti pago anche il dominio.
Strel: quello l’ho sempre pagato io, mi sembra.
Nik: lasciamo stare i soldi, accidenti a te e i soldi. Qui si parla di scrivere.
Strel: scrivere cosa?
Nik: ah, io avrei mille idee, sei te che stai sempre su Twitter a mettere i cuoricini.
Strel: sì, e allora?
Nik: e allora lo sai che da solo non posso fare niente.
Strel: lo so, la storia dei due emisferi.
Nik: la parte sinistra del cervello, logica e razionale.
Strel: che sono io.
Nik: certo che sei te, anche se vai in giro a mettere cuoricini e emoticon.
Strel: che problema hai con i cuoricini e le emoji, si può sapere?
Nik: nessun problema, non li uso, non mi servono. Mi bastano le parole e la punteggiatura.
Strel: minimalismo digitale, bravo.
Nik: bravo il dioimpestato che hai nella testa, possibile che tu sia così rincoglionito?
Strel: può essere. Passati i cinquant’anni, la spinta propulsiva vitale è l’ombra di quello che era.
Nik: quando parli così sembri un boomer fatto e finito.
Strel: meno male che ci sei tu della generazione X a tenere alta la bandiera.
Nik: almeno io vorrei ancora scrivere.
Strel: ma cosa c’è da scrivere? Qui va tutto in merda e te pensi a scrivere?
Nik: è proprio perché tutto va in merda che bisogna scrivere.
Strel: e chi lo ha detto? Brecht?
Nik: io lo dico. Sto a rota de futuro, come i rumeni di Boris.
Strel: e cosa ci incastra scrivere?
Nik: che altro si può fare con un blog?
Strel: non voglio parlare di blog sul mio blog.
Nik: nostro blog.
Strel: sì, nostro. Ma non ne parliamo qui.
Nik: e dove ne parliamo sennò?
Strel: la sera prima di addormentarci, per esempio
Nik: ma se crolli in due minuti netti e dopo tre russi come il mantice del demonio.
Strel: è che io mi do da fare tutto il giorno, tutti i giorni, analizzo, organizzo, poi ho bisogno di riposare.
Nik: certo che sei proprio una merda.
Strel: grazie, è bello sentirselo dire da uno come te.
Nik: uno come me, sarebbe a dire?
Strel: uno come te, lo sai.
Nik: non lo so, e non so nemmeno se a questo punto valga la pena di stare ancora a ascoltarti.
Strel: sei diventato permaloso, questa è una novità.
Nik: non sono diventato permaloso, è che non parlo con qualcuno da troppo tempo.
Strel: mi dispiace. Davvero, non sto scherzando.
Nik: e allora dai, scriviamo qualcosa: un racconto breve, un post lungo, una chanson de geste.
Strel: va bene, stasera dopo cena ne parliamo.
Nik: guarda che faccio la moka grande di caffé e te la faccio bere tutta.
Strel: non mi addormenterò, promesso.
Nik: diomerda, se ti addomenti ti entro in tutti i sogni e te li sciupo a forza di catastrofi.
Strel: tanto quando ti addormenti tu, la maggior parte dei sogni è già andata.
Nik: però rimangono i sogni dell’alba, i più perturbanti.
Strel: i tuoi preferiti da sempre.
Nik: che belli, tutti in bianco nero. Un po’ consumato. Come la sigla di Fuori Orario.
Strel: L’Atalante. A proposito: lo fanno ancora Fuori Orario?
Nik: su RaiPlay c’è una pagina sola.
Strel: e se ci vedessimo uno di questi film stasera?
Nik: allora non ci siamo capiti. Stasera parliamo di scrivere.
Strel: parlare di scrivere è come ballare di architettura.
Nik: non è vero.
Strel: comunque ho poco da dire, ascolterò.
Nik: va già bene, basta che non semini emoticon o cuoricini.
Strel: <…
Nik: non ci provare nemmeno
Strel: <3
Strel vs Nik