Il traballante consiglio di fabbrica del mio cervello ha trovato una sintesi che esprime alla meno peggio la mia personalissima posizione e linea politica di questi ultimi anni.
Il consiglio di fabbrica del mio cervello è attualmente composto dall’ala dura e pura dei neuroni della memoria comunarda e da una frangia riformista vicina a certe sinapsi già in odore di socialdemocrazia.
Nella seduta di stanotte è stato votato all’unanimità, e quindi adottato come manifesto politico, il testo scritto dai Propagandhi per il loro singolo “No Longer Young” – “Non più giovani”.
Detto brano – prontamente tradotto dalla commissione Esteri del consiglio – così dice:
Non seguirmi, non chiedermi dove sto andando.
Cade la notte, cambiano le stagioni e il tempo è freddo.
Potrebbe sembrare che mi sia perso. Sono solo qui fuori a cercare,
a rinfocolare lo spirito che avevo, ad andare avanti, non indietro.
La vita è in bilico, a questo punto che resta da dire?
Moriremo in un mondo ancora in guerra. Ci abbiamo provato davvero?
Potrebbe sembrare che mi sia perso. Sono solo qui fuori a cercare,
a rinfocolare lo spirito che avevo, ad andare avanti, non indietro.Ho aspettato così a lungo, abbiamo aspettato così a lungo.
Non siamo più giovani.
Mi dispiace, amico mio, speravo di rivederti. Non ci sono eccezioni, tutti ritorniamo alla polvere.
Certo, siamo invisibili per la maggior parte del tempo. Ti terrò nei ricordi, ma è meglio dimenticarci col tempo.
Ho aspettato così a lungo, abbiamo aspettato così a lungo, non siamo più giovani.
Potrebbe sembrare che mi sia perso. Sono solo qui fuori a cercare,
a rinfocolare lo spirito che avevo, ad andare avanti, non indietro.
Ecco, questo siamo, questo per ora vogliamo.