Crolleranno le mura che chiamavamo affettuosamente casa.
Il vento porterà via l’instabile sabbia su cui poggiavamo saldamente i piedi.
Consumati dalle intemperie ci gireremo a guardare le brillanti macerie dei giorni passati.
– Stormo, “Delle Nostre Vite Appese”
Queste parole sono tratte da una canzone rimasta a impolverarsi in qualche sottoscala dei miei neuroni per un bel po’ di anni: forse il cervello, per una forma arcaica di difesa, le ha incastrate lì, in un luogo difficile da ritrovare per quanto mi erano rimbombate in testa nel gennaio dell’anno 2017, anche se la prima volta che lo avevo sentite risaliva a circa tre anni prima. In quel mese, la mia vita e quella della mia famiglia erano realmente appese: bloccate nella neve, crepate dalle scosse e in attesa di chissà che cosa.
Autori dei versi sono gli Stormo, uno dei gruppi punk hardcore che più ho apprezzato negli anni dieci di questo disperato nuovo millennio, che le aveva usate sia come parte finale della canzone citata sia per dare il titolo a “Sospesi nel vuoto, bruceremo in un attimo e il cerchio sarà chiuso”, un album che, per me, rimane tra le pietre d’angolo dell’hardcore italiano- o post-hardcore, fate voi.
È anche per questi motivi che ho voluto scrivere su Humans vs Robots di una nuova traccia uscita dalle feroci meningi degli Stormo: si chiama “Come Fauce Che Divora” e chiude il nuovo album del quartetto, uscito il primo giorno di primavera per Prosthetic Records.
Per liberare quelle parole dal sottoscala della memoria, affrontare le nuove intemperie e chiudere il cerchio.
(Immagine via Stormo | sito ufficiale)