La Navata Centrale | via Flickr

Verrà la neve

È facile, o almeno è più facile, diventare amici quando si è nati nello stesso paese o si sono frequentate le stesse scuole.
Quando invece succede che incontri il tuo migliore amico che hai già passato da un bel pezzo i vent’anni significa che forse sono entrati in gioco altri fattori: chiamali misteri, giravolte del caso o botte di fortuna. Nella vita sono eventi rari, ma non impossibili.

Perché questo è successo quando ho conosciuto David: in pochissimo tempo, forse poche ore, ho capito come l’intelligenza dissacrante delle sue parole e dei suoi gesti avessero sempre la forza di colorare ogni situazione – anche la più grave e assurda – di una luce sincera, verace e terrena, come sanno fare certi quadri del Caravaggio quando per raffigurare una scena sacra prendono come modelli delinquenti o prostitute.

Dopo aver fato questo esempio, David mi piglierebbe in giro di sicuro perché, senza ostentare mai niente, aveva il dono di tenere insieme argomenti altissimi con quelli schiettamente popolari: dalle analisi storiche dei Wu Ming ai monologhi di “Berlinguer ti voglio bene”, dagli algoritmi dell’intelligenza artificiale a un lungolinea di Sinner.

C’è chi sa smussare ogni angolo di tristezza con arguzia e empatia: David lo sapeva fare, aggiungendoci anche un pizzico di sano surrealismo.
Anche nelle estati più torride degli ultimi anni, ti guardava tra il serio e lo speranzoso, lasciandoti a bocca aperta quando ti diceva:

“T’immagini domani ci si sveglia e c’è la neve!”

Ciao Davi.

(Immagine: “La Navata Centrale” di Roberto Ventre | via Flickr)

C’era una volta la blogosfera | episodio 1

C'era una volta la blogosfera | podcast | episodio 1

“C’era una volta – e c’è ancora – la blogosfera” è un podcast che parla di blog, nell’Ottobre del 2020, sotto i cieli pesanti che tutti conosciamo.
Dagli anni zero a oggi, una serie di interviste a blogger e su argomenti che hanno animato e continuano a animare quella parte di Internet chiamata da una ventina d’anni blogosfera, un territorio digitale che dal centro del Web – se mai ne esistesse uno – è diventato più periferico, suburbano, periurbano, o come diavolo si dirà oggi.
Quello che questo podcast non vorrebbe essere è un’operazione nostalgia, cedendo alla tentazione di riavvolgere il nastro un po’. Perché non esiste nessun nastro e tanto meno nessuna età dell’oro da recuperare. Ci sono invece le persone – che leggevo, leggo e forse leggerò – da ascoltare in viva voce. Con “Sudden Retropia” in sottofondo, ma solo musicale.


La scintilla per partire è arrivata da un thread di tweet che ha innescato un’intervista a Flavio El Pinta Pintarelli durante la quale si è parlato di digital gardens e curatela dei contenuti, di Mark Fisher e infrastruttura punk, di possibili ritorni alla blogosfera e di un Godard proto youtuber. Il tutto preceduto e concluso dall’apparizione di Davide Carbonai e dal supporto di un sedicente Comitato che mi ha rassicurato che noi ti si dice perché ti si vuole bene.

La trascrizione integrale, la linkografia e i credits di questa primo episodio li trovate qui sotto al lettore audio, insieme a altri luoghi dove ascoltare e seguire il podcast oltre che su questo blog.

Dura una ventina di minuti: buon ascolto.

C’era una volta la blogosfera | Episodio 1: “Noi ti si dice perché ti si vuole bene”

Credits

Distribuzione e licenza

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Una rivoluzione non basta

«Una rivoluzione non basta, ce ne vogliono cento».

– Denni

Il mio omaggio a Proletkult dei Wu Ming: nel calendario d’inverno delle presentazioni del libro, un’immagine per la frase di Denni e le rivoluzioni che furono e che verranno.

Una rivoluzione non basta, ce ne vogliono cento - Denni, Proletkult di Wu Ming

Da Thomas Müntzer alla Comune di Parigi, dalla rivolta spartachista al movimento del’ 77: verso le altre stelle, perché «non si può fare il socialismo in un solo pianeta».