Uno strano mondo avvolto su se stesso

“Ci troveremmo allora dentro la geometria di una terra fiabesca, una galleria di specchi le cui prospettive raccapriccianti andrebbero al di là di ciò che la mente civilizzata – che aborre e rifugge tutto ciò che non riesce a comprendere – potrebbe concepire”

– Karl Schwarzschild

Mi sono ritrovato a leggere “Quando abbiamo smesso di capire il mondo” di Benjamín Labatut in parallelo con “Helgoland” di Carlo Rovelli. Senza averlo programmato, senza averne contezza. Mentre questo fatto potrebbe avere un densissimo significato in qualche piega del tempo o dello spazio.
(e no, non è quello della pubblicità per l’Adelphi, malfidati civilizzati che non siete altro)