Volere la luna

Pietro Ingrao - 20 ottobre 2007

È uno dei pochi dell’ex PCI di cui mi sono fidato.

La prima volta che votai fu per Democrazia Proletaria (due voti in tutta la mia sezione elettorale, un seggio in tutto il parlamento). Era il 1989: dei movimenti e delle genti extraparlamentari non esisteva quasi più niente e le poche persone che conoscevo che ne avevano fatto parte quando gli rammentavano il PCI facevano una faccia che sembrava gli avessero tirato la merda sul petto. T.G. mi raccontava di Lama all’università di Roma nel ’77 e di come Berlinguer e quelli dell’Unità trattassero una parte consistente e attiva della sua generazione come “untorelli”, “diciannovisti” o semplicemente delinquenti.

(a me quei delinquenti e la loro carica surreale, provocatoria, situazionista, orgogliosamente co’ le pezze ar culo mentre ripudiavano e rispedivano al mittente la politica dei sacrifici, sentivo che mi sarebbero piaciuti un casino e, se non fossi nato nel 1970, mi sarei molto probabilmente aggregato alle loro lotte, alle loro radio libere, alle loro canne)

Un paio d’anni dopo conobbi un ingraiano, un compagno in gamba (di quelli, come diceva R.T., che dentro al PCI perdevano sempre) col quale mi capitò di parlare di Pietro Ingrao che era sì uomo di Stato, e insieme ai democristiani, sostenitore della linea della fermezza ai tempi del sequestro Moro, ma anche uomo di lettere, partigiano, amante del cinema, poeta, elogiatore dell’ozio e della lentezza come dell’ “alta febbre del fare”. Lui lo definiva un comunista eretico.
Io avevo ancora qualche dubbio, ma mi fidai di quell’aggettivo, mi turai il naso (abitudine consolidata e incoraggiata anche nell’altra chiesa della prima repubblica) e, alle amministrative, votai per il PCI.

(a me le chiese son sempre piaciute pochino e, se non fossi nato nel 1970, molto probabilmente mi sarei incazzato con Ingrao, allora direttore dell’Unità, e con quei compagni “carristi” che nel ’56 appoggiarono l’invasione dell’Ungheria)

Oggi l’ho rivisto – in televisione – alla manifestazione della sinistra a Roma mentre un giornalista di La7 gli chiedeva se quella piazza e quei manifestanti volessero la luna: Pietro Ingrao gli ha risposto di sì.
Ecco, io l’avrei abbracciato quest’uomo di novantadue anni, lucido e combattivo, che ha parlato con lo stesso coraggio di molti giovani di trent’anni prima. Gli stessi che tentarono l’assalto al cielo.

(sì, lo so, le robe scritte nelle parentesi non fanno storia. Troppi “se” per un destino solo)

7 comments

  1. il pietrino commuove sempre, anche se nella sua vita di cazzate ne ha fatte tante. Ma rimane un uomo vero, con un cuore e un cervello e una storia. Ogni tanto ti viene il dubbio che questi uomini, questi comunisti “eretici”, con la loro umanità e intelligenza (ci) abbiano tratto in inganno per troppo tempo. Poi senti brunetta che lo definisce “uno che non ha mai lavorato in vita sua” e il dubbio ti passa.

  2. … e il bello è che Brunetta pare crederci davvero alle cazzate che dice… il fatto che lui abbia “offeso” Ingrao, sinceramente mi rimbalza…la cosa che più m’infastidisce quando si tessono le lodi di “grossi imprenditori” che hanno “creato occupazione”(vale a dire ciò che ribadiva ai limiti dell’infarto il Brunetta riferendosi al Berlusconi Silvio) è che si sostiene che questi qui siano dei benefattori dell’umanità, gente che ti fa il favore di farti lavorare 10 ore al giorno, con salari da fame e spesso senza nessuna garanzia… per iddio!

  3. La dignità di certi vecchi contrasta in maniera stridente con l’arroganza vuota delle dichiarazioni dei personaggi che vengono proposti oggi come “nuovi”. Leggere dichiarazioni come questa della Brambilla mi fa venire una grandissima rabbia:

    “M.V.B, la rossa leader dei Circoli della libertà, ultima creatura berlusconiana, ha così commentato il successo della manifestazione sul welfare: “Qualche migliaio di pensionati a cui il sindacato ha pagato una gita a Roma” :(

  4. che malinconia al pensiero d’essere vicino ad una cariatide ultranovantenne che parla come un ragazzino, che ha fatto cazzate e che è stato grande, mentre nel presente “operativo” non scorgo nessuna figura chiave, nessun uomo simbolo, nessuna guida spirituale.
    ho la sindrome dell’orfanello senza Sinistra, (quella con la esse maiuscola).

  5. petarda

    sono triste. la luna mi sembra sempre più lontana. se penso a come possano sentirsi quelli che ci lavorano da una vita, divento ancora più triste.

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