Year in Hashtag, quello del 2011
Che tu possa vivere tempi interessanti, così suona una vecchia maledizione cinese.
E il 2011 lo è stato di sicuro: un anno di scricchiolii e rivolgimenti, di crolli immateriali e concretissimi fuochi. Altro che fine della storia, siamo solo agli inizi, terrificanti in alcune prospettive, ancora pieni d’incognite, ma maledettamente interessanti.
Un anno così si poteva raccontarlo solo con uno sforzo collettivo, con un’aggregazione di autori accomunati da quella passione che il seguire, il partecipare e il raccontare queste vicende esige. L’importanza dell’algoritmo umano anche stavolta è stata determinante: costruire e poi rilasciare Year in Hashtag è stato entusiasmante per questo.
Per tutti gli attori dei social network che ci hanno prestato le loro testimonianze dirette; per le intelligenze e le capacità di Claudia, Luca, Marina e Mehdi all’opera in un’azione coordinata che solo la Rete e le relazioni basate sulla fiducia permettono; per tutti quelli che ci hanno messo del loro con consigli, supporto e incoraggiamenti: ulteriori ringraziamenti e la genesi dell’impresa li ha descritti benissimo Claudia nel suo ultimo post.
Ora basta che altrimenti divento sdolcinato e invece il 2012 avrà bisogno di tutti i nostri strumenti migliori, senza fronzoli o disincanti postmoderni, sulla tastiera come in mezzo alla strada.
Daje.