Belli i classici, eh?
Belli anche perchè c’è un gusto maggiore a rivisitarli, riraccontarli, dissacrarli o valorizzarli.
Pinocchio fa parte di questa cerchia ristretta di capolavori.
La voglia di contaminarlo e dissezionarlo, mischiandolo ai fatti attuali, ricollocandolo in altri generi, straniandolo, è lo scopo di questo sitarello-esperimento pretenzioso, con un titolo da intendersi in broken English – ché fa tanto approccio disincantato e un po’ volgare ai mostri sacri.
Consideratelo un mash up, un aggregato di samples liberati dall’originale collodiano e ricuciti secondo nuove trame, imprevisti e possibilità.
Questo è quel che è accaduto nel corso di tre anni grazie a trentasette autrici/ori venuti dalla Rete che hanno ricolorato a sputi, carezze e tinte in dolceforte ognuno un pezzo di questo classico. Come un esperimento di riscrittura collettiva, ma senza accordi preventivi o scadenze imposte, d’un romanzo che tutti hanno letto, si son fatti leggere o hanno visto in tv.
In collaborazione con Intoscana.it
A Pinokkio’s Bloody Binary Story | Vol. 1
(nero_passero Borders. Robe da CCL, maggio 2007)
Disegno di copertina: Michele Mik Duch.
Volume presentato e distribuito il 12 maggio 2007 all’interno della prima edizione del LitCamp al Circolo dei Lettori di Torino.